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Grecia e Fondo Monetario Internazionale.

Quando i cordoni della borsa sono in mano a Washington.
Washington.FMI-

La Grecia ha una evidente necessità di tempo e non certo di dover rendere i prestiti al Fondo Monetario Internazionale obbedendo alle richieste di un fondo che ha causato già il fallimento del Senegal e la catastrofe dell'Argentina.
Le misure di austerity richieste sono solo strumenti per affossarne l'economia debole impedendole di riprendersi.
La strategia degli strozzini: il modo più rapido per impadronirsi di una attività in difficoltà. Ma chi sono i padroni del vapore ? Chi sono i padroni di Christine Lagarde ?

Il FMI è composto da 161 Nazioni ma le prime dieci "prendono tutto ".
Ecco come é sudduviso il potere di controllo:
Stati Uniti d'America: 16.77 %
Giappone: 6.24%
Germania : 5.82%
Francia : 4.30 %
Regno Unito 4.30%
Cina: 3.82%
Italia: 3.81%
Arabia Saudita: 2.81%
Canada: 2.56%
Russia: 2.39
Totale : 52.82%
Ovvero le prime nove/ dieci Nazioni controllano ampiamente il destino degli altri 151 Stati che compongono l'intero FMI.



Non siamo assolutamente convinti che l'FMI non possa incassare il suo dovuto fra qualche anno, dando tempo al nuovo Governo di attuare, con i suoi tempi, le riforme comunque necessarie.
Non siamo convinti che una parte del debito non possa essere condonato.
Entrambe le due azioni finanziarie sono già state attuate in passato e senza tanti clamori.
Il vero comandante siede a Washington, e magari non è proprio entusiasta di un gasdotto russo che arriva direttamente in Grecia portando quattrini di per subito alla banche greche e gas poi, in pochi anni, sia alla Grecia che a tutta l'Europa.
E certamente Washington non è entusiasta di un governo Greco che vada a porre in essere rapporti privilegiati con Mosca, aprendo un vero varco commerciale nel blocco voluto contro Putin.
Il problema si risolve a Washington, non carto a Bruxelles..
E se non lo si risolve a Washington lo si risolverà al Cremlino.
Nulla è impossibile nella finanza di oggi, sempre più globale, sempre più aggressiva.

- Giorgio Comerio -


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