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updated: , 16 Febbraio 2017/C


- Il Fatto Quotidiano - 16 Febbario 2017 : in scena il Mistero Buffo - atto secondo - Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza

Giovedi' 16 Febbario, ore 13.33, ricevo una email.
Ecco i mittenti:
nintendo2@alice.it ( Giuseppe Lo Bianco )
sandrarizzo62@gmail.it ( Sandra Rizzo )

Email inviata da due giornalisti di cronaca giudiziaria: Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza.

Ma chi sono i due giornalisti ?
Ovviamennte sul web si trova molto di loro, ma, in sintesi, Giuseppe Lo Bianco , scrive cosi' il suo profilo :

"Sono cronista di giudiziaria da 27 anni e ho scritto alcuni saggi sul rapporto tra mafia e politica, tra cui "L'Agenda Rossa di Borsellino" (2007), "Profondo nero" (2008), e "L'Agenda nera della Seconda Repubblica" (2010), tutti pubblicati da Chiarelettere.

Ho lavorato al "Diario", al Giornale di Sicilia, e al giornale "L'Ora" di Palermo, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta.

Dopo la chiusura de "L'Ora", sono stato assunto all'ANSA di Palermo dove ho lavorato come capo servizio aggiunto fino a dicembre del 2009.

Ho collaborato inoltre con L'Espresso e con Micromega.
Oggi scrivo per il Fatto Quotidiano.

Sandra Rizza, scrive cosi' il suo profilo :
" sono giornalista giudiziaria e ho scritto alcuni saggi sul rapporto tra mafia e politica.
Gli ultimi: "L'Agenda Rossa" (2007), "Profondo nero" (2008), e "L'Agenda nera della Seconda Repubblica" (2010), tutti pubblicati da Chiarelettere.

Sono cresciuta professionalmente al giornale "L'Ora" di Palermo, negli anni Ottanta, durante la guerra di mafia che porto' i corleonesi di Toto' Riina al vertice di Cosa nostra.

Dopo la chiusura de "L'Ora", ho seguito le cronache dello stragismo per il settimanale "Panorama" di cui sono stata corrispondente dalla Sicilia.

Dal 2001 al 2008 ho fatto il redattore giudiziario all'Ansa di Palermo.
Ho collaborato saltuariamente per "il manifesto", "la Stampa", "Micromega".
Attualmente scrivo su "il Fatto Quotidiano" da Palermo


Ecco qui il testo dell'email:

egr. ing. Comerio,

queste sono le domande che avremmo voluto rivolgerle se ieri ci avesse aperto la porta di casa sua a Mazara.

Restiamo in attesa delle sue risposte per pubblicare il tutto sul Fatto Quotidiano.

grazie della Sua attenzione e buona giornata,

giuseppe lo bianco e sandra rizza


Illustrando il contenuto dei documenti ex Sismi appena desecretati, l'on. Alessandro Bratti (PD), presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti sostiene che dalle note emerge chiaramente come lei, ing. Comerio, pur non essendo mai stato processato o condannato per reati ambientali, sia un personaggio centrale di questo traffico, sullo sfondo di un possibile coinvolgimento di pezzi dello Stato.

E questo nonostante il flop delle inchieste giudiziarie a suo carico.
Lei cosa ribatte?

Ing. Comerio, lei ha sempre negato tutto, ma come spiegare l'insistenza sul suo nome nei documenti del Sismi?
La solita teoria del complotto?

Risulta che lei ospitò nella sua casa di Montecarlo Licio Gelli.
Lo ha rivelato il maresciallo Moschitta che faceva parte del pool del pm Francesco Neri di Reggio Calabria titolare dell'inchiesta che vide al centro anche lei e che poi si concluse con un'archiviazione.

L'incrocio tra realtà diverse come la P2 e il traffico di rifiuti tossici, secondo quanto emerge dalle inchieste giudiziarie, risale addirittura agli anni Ottanta.
E' l'ennesima circostanza casuale?

Il maresciallo Moschitta riferì che sua moglie Maria Luigia Nitti mise a verbale che lei si era vantato di far parte dei servizi segreti e che era stato convocato nell'ambito delle indagini sulle bombe di Firenze e Roma nel '93.

E' stato mai sentito dai magistrati di Firenze che indagavano sulle stragi?
Lei è o è stato un agente del Sismi?

Tra i documenti desecretati c'è una nota che la riguarda, il suo ruolo, dice il Sismi, è sempre rimasto poco chiaro.
In un altro appunto del 2003 il Sisde la definì "sedicente appartenente ai servizi segreti, noto faccendiere italiano presumibilmente legato alla vicenda delle cosiddette navi a perdere …"
Bratti ora aggiunge che gli approfondimenti del Sismi che la riguardano costituiscono la parte più interessante della documentazione…
Si attende una nuova convocazione da parte della magistratura?

Il certificato di morte di Ilaria Alpi è sparito dalla procura di Reggio, come denunciò l'avvocato Lorenzo Gatto che spiegò di essersi accorto "che lo scatolone numero nove, che conteneva il primo e secondo volume delle informazioni del Sismi, era aperto sul lato destro"….

E poi disse di aver estratto lui stesso sei fogli senza difficoltà e di averlo annotato a verbale.
Qualcuno disse che lo stesso certificato venne trovato a casa sua durante una perquisizione, altri sostennero invece che a casa sua venne trovata la ''stampata'' di un'agenzia ANSA su Ilaria Alpi.

Sia nell'uno che nell'altro caso, perchè tanto interesse per la vicenda della collega della Rai uccisa a Mogadiscio?

Tra le carte desecretate, c'è anche un documento che dimostrerebbe come i servizi segreti militari avessero inviato, fin da settembre 1995, un elenco di 49 navi sospette alla Procura di Reggio Calabria che svolgeva le indagini sul presunto affondamento doloso di natanti carichi di rifiuti tossici nel Mediterraneo.

Un documento prezioso per fare luce sui misteri delle navi dei rifiuti affondate a largo delle coste italiane.

Tuttavia "agli investigatori del Corpo Forestale dello Stato che indagavano per conto dei pm di Reggio Calabria e Matera'' il documento ''non sarebbe mai arrivato".

Che ne pensa?
Anche questa solo sfortuna?
Nell'elenco elaborato dagli 007 militari figuravano per altro alcuni mercantili sui quali stava indagando in quel periodo il capitano Natale De Grazia, uno degli investigatori in prima linea nell'inchiesta, morto durante una trasferta in circostanze rimaste sempre sospette.

Il referto parla di "morte cardiaca improvvisa dell'adulto", la commissione d'inchiesta sui rifiuti nel 2012 parlò invece di "decesso dovuto a causa tossica", aprendo scenari inquietanti.

Le indagini finirono nelle sabbie mobili e il pool investigativo venne smantellato.

Lei come legge questo evento?

Tra l'89 e il '90, secondo quanto emerge dai documenti del Sismi, lei avrebbe lavorato al progetto di una mina subacquea "a lenta corsa" che intendeva vendere al governo iraniano, concepita grazie alla collaborazione - secondo il Sismi - ditta Whitehead di Livorno e di alcuni ex dipendenti della ditta Motofides.

Ha avuto rapporti e interessi diretti con società di Livorno?
Ha mai utilizzato navi partite dal porto di Livorno tra l'89 e il '91?

Nel documento dei servizi segreti militari comparirebbe inoltre anche un riferimento alla tragica vicenda della Moby Prince, il traghetto diretto ad Olbia che il 10 aprile del 1991, dopo una collisione con la petroliera Agip Abruzzo, si incendiò provocando la morte di 141 persone nella Rada di Livorno.

Il fatto sarebbe stato inserito dall'intelligence in una "mappa concettuale" dedicata al "traffico di materiale bellico recuperato, di scorie nucleari e di armi" in cui comparirebbe anche il suo nome.

La stessa sarebbe stata inviata il 3 aprile 2003 alla Divisione ricerca e anti proliferazione del Servizio segreto militare (allora Sismi, oggi Aise).

Da notare che i processi per il disastro della Moby Prince, comunque, non hanno portato mai all'individuazione di un colpevole.

Nelle vicende che riguardano lo smaltimento illegale dei rifiuti, come mai, secondo lei, non si riesce mai a individuare nessun colpevole?

Lei è stato condannato in via definitiva dal Tribunale di Bolzano alla fine degli anni '90.

Quando si trasferisce in Tunisia doveva ancora scontare un residuo di pena e pendeva un ordine di custodia, poi mai eseguito.
E' rimasto in Tunisia fino al 2014.

In questo periodo ha mai avuto contatti con autorità italiane?
Nessuno le ha mai notificato il residuo di pena da scontare?

- Sul sito (pagina: http://www.giorgiocomerio.com/eto-06.htm) si parla di "un gassificatore da una tonnellata all'ora attualmente utilizzato con autorizzazione della Regione Sicilia per la distruzione dei rifiuti ospedalieri".
Ci può fornire maggiori dettagli su questo impianto?
Lo ha gestito lei?
Dove?
Con quale società?

- Sempre sul suo sito (pagina: http://www.giorgiocomerio.com/etra-02.htm) si fa riferimento a "un'impianto in grado di trasformare i vecchi pneumatici in olio combustibile tramite il processo di pirolisi.
L'impianto-pilota in grado di trattare 100 Kg/h di vecchi pneumatici o di rifiuti a base di caucciu' si trova in Sicilia, e' completamente certificato ed approvato dalle Autorita' Italiane.

L'impianto e' autorizzato ad operare dalla Regione Sicilia".
Ci può fornire maggiori dettagli su questo impianto?
Lo ha gestito lei?
Dove?
Con quale società?

- Nella sua attività di imprenditore ha sempre utilizzato società costituite in paradisi fiscali o in zone dove i soci reali sono spesso mascherati (BVI, Lussemburgo, Panama, Canton Ticino).
Che tipo di affari svolgeva?
Da cosa nasceva la necessità di un livello di discrezione fiscale e societaria così elevato?

- Secondo diversi documenti declassificati del Sismi, liberamente disponibili presso l'archivio della Camera dei Deputati, lei si sarebbe occupato anche di commercializzazione e produzione di armamenti.

Tra i clienti citati dalle informative dei servizi di sicurezza militare c'è anche l'Iran.

Ha mani avuto rapporti con questo paese?

Ha svolto attività imprenditoriale nel campo degli armamenti?

- Ha rapporti con la Ercole Comerio (http://www.comercole.it/), la storica azienda di Busto Arsizio?

Le carte desecretate dalla commissione portano a galla uno scenario inquietante che ipotizza il seppellimento in mare o il trasferimento illegale di rifiuti nucleari o tossici in alcuni paesi privi di controlli ambientali, in cambio di armi:
uno scambio gestito in combutta con le organizzazioni criminali, del quale i servizi segreti italiani erano perfettamente a conoscenza.

E' la trattativa Stato-mafia del nuovo millennio?

Come mai, ing. Comerio, un tecnico geniale come lei, che ha inventato la boa per monitorare i missili sparati negli abissi marini con le scorie nucleari e che, secondo numerosi rapporti investigativi, ha avuto rapporti con capi di stato e governi di numerosi paesi europei ed extracomunitari, oggi vive rintanato in una casa nel cuore della kasbah di Mazara del Vallo, comunica con l'esterno attraverso un cellulare e non apre la porta come uno che adotta precise cautele?
Si sente braccato?

Perché ha ritenuto di pubblicare sul suo sito e su Facebook il nostro colloquio che lei ha voluto mantenere telefonico nonostante ci separasse solo la sua porta di casa?


La mia risposta.

Ho letto con attenzione le vostre domande che, grosso modo, ricalcano quanto già pubblicato e visibile sul web da molti anni.
Le risposte sono già presenti nel sito www.giorgiocomerio.com/ .

Capisco benissimo le vostre esigenze di lavoro ma Vi prego di comprendere la mia posizione dovuta ad una semplice realtà.
Sono completamente estraneo a tutte queste vicende evocate dalle varie inchieste giornalistiche e giudiziarie e non ne posso più di essere tirato in causa ogni volta che qualche testata cerca uno scoop.

Vi ripeto quindi che la magistratura inquirente ha verificato la mia estraneità a tutte le possibili ipotesi.

Inoltre, se desiderate, potete contattare l'Avv. Stefano Menicacci di Roma che, al riguardo, ha una grande dovizia di documentazioni.
Ovviamente, previo appuntamento..

Infine dove abito non vi riguarda, e chi voglio ricevere in casa mia lo decido solo io.
E chi desidera incontrarmi mi chiederà un appuntamento per tempo.


Ripropongo quanto scritto nella "Relazione Finale" della Commissione Parlamentare presieduta dall' On. Taormina
Un testo sul quale vale la pena di meditare..

Pag. 671 - 672 - 673 Dieci anni di depistaggio mediatico:

Per molteplici ragioni, non si possono fissare i presupposti ed i limiti di responsabilità istituzionali che sono state accertate nella gestione della vicenda, dal momento della uccisione di Ilaria Alpi e di Mirian Hrovatin alla sua trattazione giudiziaria, senza mettere in luce il ruolo svolto dall'informazione nei lunghi anni trascorsi dal 1994 ad oggi, compreso il periodo di svolgimento dell'inchiesta parlamentare.

Ragioni economiche e politiche, la cui matrice, non già come provenienza partitica ma come causale profonda di una persistenza sulla posizione, non é stato possibile accertare, hanno fatto si che intorno a determinati settori dell'informazione si costituisse una vera e propria centrale dedita al depistaggio rispetto all'accertamento di una verità che sembrava fin troppo semplice.

Con cio' non si vogliono coinvolgere nell'operazione sicuramente criminosa, le testate di periodici e di giornali di appartenenza dei singoli operatori dell'informaizione, gicché è risultata assolutamente evidente che l'abilità dimostrata da questa grande ed imperterrita strategia è stata di altissimo livello, sfruttando la vanità di magistrati desiderosi solo di acquisire a basso costo una alta visibilità;
piegando con tutti i mezzi - alcuni accertati, altri no - gli affabulatori di cui si è detto a dire esattamente quello che serviva e che poteva essere fatto conoscere preventivamente nonostante il rigore di mura carcerarie o di protezione annaquate sul piano della vigilanza da parte delle forze dell'ordine;
inducendo singoli investigatori, in grado pero' di essere determinanti nella gestione degli uffici pubblici di appartenenza, a dire o scrivere quello che serviva per avvallare il grande teorema;
sfruttando singole complicità con servizi di sicurezza;
pubblicando migliaia di articoli, di servizi, libri capziosamente costruiti, proiezioni cinematografiche;
abusando oltre misura e limite della televisione pubblica e privata con continui servizi e tesi precostituite.


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