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ref-GC-091.html
updated: , 19 Febbraio 2017/B


- Il "Mainichi Schimbun" Giappone

Sabato 18 Febbraio, ricevo una email da Giorgio de Franceschi, coordinatore per l'Italia del quotidiano giapponese Mainichi Shimbun.
Un quotidiano da circa 4 milioni di copie stampate nell'edizione della mattina e di circa un milione e settecentomila copie stampate nell'edizione pomeridiana.
Ricordiamo che in Italia "La Repubblica", piuttosto che "Il Corriere della Sera" non arrivano alle 500 mila copie giornaliere..

Un messaggio di altra classe e stile rispetto agli scarruppati, maleducati e spocchiosi colleghi italiani.. che scrive:


Ecco qui il testo dell'email:

Egr. Dott Comerio

Mi chiamo Giorgio De Franceschi, sono un collaboratore della corrispondenza in Italia del quotidiano giapponese Mainichi Shimbun.
Ci permettiamo di disturbarla perchè vorremmo avere una sua dichiarazione in merito ai documenti dei servizi italiani, recentemente desecretati, relativamente alla parte in cui risulterebbe un suo coinvolgimento riguardo lo smaltimento di rifiuti pericolosi in collaborazione con la Corea del Nord.

Sperando in una Sua collaborazione Le inviamo i nostri più cordiali saluti

Giorgio De Franceschi
+39-339xxxxxx Mainichi Shimbun - coordinator for Italy

FUKUSHIMA Yoshinori
Mainichi Shimbun
Rome Bureau Chief
Senior European Correspondent
Via yyyyyyyyyy, 00198 Roma, Italia
Tel: (+39)-06-zzzzz
Fax:(+39)-06-kkkkkkk
Cell: (+39)-345-wwwwww


La mia risposta, i due tempi...invita immediatamente il giorno stesso, 18 Febbraio 2017

Grazie della gentile email che denota un notevole senso etico, assai raro di questi tempi.

Tutte le informazioni possibili ed immaginabili sono reperibili nel sito web www.giorgiocomerio.com/

Corea del Nord: da parte mia non è stata mai svolta nessuna attività di nessun genere.
Le ricordo che la società ODM era un "technology provider", ovvero un propositore di tecnologia e di conoscenze scientifiche e non un operatore.
La tecnologia ODM era già di pubblico dominio, via internet, nel lontani anni 1993-1995, insomma oltre venti anni fa.
File diretto:
http://www.giorgiocomerio.com/ref-GC-027.html

Via Internet l'ODM era in contatto con studenti, ricercatori universitari, tecnici, giornalisti di tutto il mondo.

E' possibile che vi siano stati scambi di informazioni tecniche anche con le due Coree, magari anche non direttamente tramite ODM ma tramite università straniere, ma, sinceramente, i contatti con tecnici e ricercatori erano assai frequenti anche con incontri presso istituzioni, ambasciate, uffici tecnici.

In ogni caso, ripeto per l'ennesima volta, solo con azioni attinenti esclusivamente il solo aspetto propositivo e scientifico.

Infine , capisco benissimo le esigenze di lavoro ma Vi prego di comprendere la mia posizione dovuta ad una semplice realtà.
Sono completamente estraneo a tutte queste vicende evocate dalle varie inchieste giornalistiche e giudiziarie e non ne posso più di essere tirato in causa ogni volta che qualche testata cerca uno scoop.

La informo inoltre che la magistratura inquirente ha verificato la mia estraneità a tutte le possibili ipotesi.

Cordiali saluti,
Giorgio Comerio

Nota supplementare..

Per quanto mi possa ricordare allo studio europeo, denominato

"Ocean Disposal of Radioactive Waste by Penetrator Emplacement"
parteciparano alcune Nazioni extra europee. Di certo Stati Uniti e Canada ma credo pure anche il Giappone.

Non ne sono certo ma una verifica non dovrebbe essere difficile da eseguire.
In questo caso significa che il Giappone non solo avrebbe eseguito dei lanci di prova con la sua tipologia di penetratore, in occasione della campagna sperimentale, ma che scienziati giapponesi si sono occupati del problema.

Sempre in questo caso l'utilizzo di tutta la tecnologia sviluppata sarebbe liberamente fruibile anche dal Giappone.

Da parte ODM ricordo che vi fu uno scambio di fax con la società elettrica giapponese che dovrebbe essere stata, all'epoca, la proprietaria od il gestore delle centrali nucleari.

Più che altro per l'utilizzo della tecnologia per la messa in sicurezza dei materiali casualmente irraggiati a seguito di piccoli incidenti, come fughe di vapore, rotture di tubazioni, etc.

La risposta fu esemplare:
" noi non abbiamo nessun problema di emergenze.."

E così pare poi sia stato per vent'anni.
Salvo poi che il destino non abbia giocato la sua carta dell'improbabile..

Cordiali saluti,
Giorgio Comerio


Ed ora poi si vedrà che cosa verrà pubblicato..


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